Mutuo Inpdap: introduzione
Il mutuo Inpdap è una particolare convenzione riservata unicamente ai lavoratori dipendenti pubblici e statali con contratto a tempo indeterminato, iscritti alla Gestione dipendenti pubblici, oppure pensionati iscritti da più di un anno alla Gestione unitaria autonoma delle prestazioni creditizie e sociali.
Le pratiche relative a pensionati e dipendenti del settore pubblico sono di competenza della Gestione Dipendenti Pubblici Inps, ufficio istituito appositamente per la gestione delle posizioni degli iscritti ex Inpdap; tra cui appunto anche i mutui Inpdap di cui parleremo in questo articolo.
Nonostante sia una convenzione riservata, il mutuo Inpdap, come gli altri finanziamenti, segue un iter deliberativo ed è soggetto ad una valutazione di merito creditizio; non si può avere la certezza che venga accordato; motivo per cui vale la pena essere in regola con i pagamenti di eventuali prestiti presenti e passati e di non risultare sopra la soglia massima di indebitamento (ovvero se il nostro reddito ci permetterebbe di supportare un’ulteriore rata).
In questo caso le banche e le finanziarie si affidano ai servizi forniti dalla Crif, dove possono attingere a tutte le informazioni creditizie di un soggetto, previo suo consenso. Va sottolineato che nel caso non concediate il consenso all’accesso dei vostri dati al database della Crif la vostra pratica non verrà presa in considerazione, in quanto è una verifica fondamentale su cui si basa l’iter di concessione di un finanziamento.
Crif: cos’è e a cosa serve
La Crif, acronimo di centrale rischi d’intermediazione finanziaria, è la società privata più utilizzata in Italia per la gestione delle segnalazioni creditizie. Una vera e propria banca dati insomma, dove banche e finanziarie attingono le informazioni di cui necessitano sulla storia creditizia del soggetto che richiede il prestito o mutuo in modo da valutarne l’affidabilità in maniera oggettiva.
Un vero e proprio punto di riferimento per l’accesso al credito; ecco perché una eventuale segnalazione su questo sistema (come cattivo pagatore) non va sottovaluta e può compromettere ogni futura richiesta di nuovo finanziamento. Avere il proprio nominativo iscritto nella Crif non comporta necessariamente l’avere una storia creditizia negativa.
Le banche, al momento che richiediamo un prestito, all’ottenimento e al rimborso, inviano le informazioni in questo database. I dati vengono segnalati in maniera oggettiva: come ad esempio l’andamento regolare o meno del prestito e i dettagli della richiesta in termini di durata ed importo iniziale e residuo.
Non ci sono necessariamente informazioni negative, ma possono essere estrapolati anche diversi dati positivi, come ad esempio il puntuale rimborso delle rate o la conclusione regolare di un prestito.
Può essere richiesta la cancellazione se non vogliamo essere segnalati, non è però questione scontata ne tanto meno immediata, ma deve essere trascorso obbligatoriamente un determinato periodo di tempo variabile a seconda del tipo di segnalazione; ad esempio se riferito al pagamento in ritardo di un paio di rate, la segnalazione è conservata per 12 mesi, oltre le due rate arretrate invece verrà conservata per 24 mesi.
Le morosità gravi, invece, permangono nel database per 36 mesi.
La cancellazione del ritardo, in caso di sistemazione da parte del pagatore, viene automaticamente segnalata dalla banca o finanziaria senza dover fare specifica richiesta.
In caso di dati errati o mancanti si può richiedere l’aggiornamento direttamente a Crif o all’Istituto concedente il prestito di modificarli senza nessun addebito di costo.
Oltre ai tempi di conservazione specificati sopra, in caso di ritardato pagamento o morosità, la Crif conserva la segnalazione: per sei mesi i finanziamenti in corso di valutazione, un mese per una richiesta rifiutata, 36 mesi per i finanziamenti regolarmente rimborsati e conclusi.
Va specificato che non tutti i dati relativi a prestiti e mutui sono gestiti da Crif, in quanto è autorizzata a ricevere e conservare unicamente i dati dei soggetti che hanno espresso il consenso al trattamento.
È sempre possibile rivolgersi alla banca per comunicare la revoca al consenso di trattamento dei dati personali.
Si può ottenere un mutuo avendo una segnalazione nella Crif?
Nel caso un soggetto fosse segnalato nella Crif come cattivo pagatore, è sicuramente una situazione che può creare qualche maggior problema nell’ottenimento di un nuovo finanziamento, ma non tutto è perduto, vale comunque la pena valutare caso per caso, e anche la banca o finanziaria a volte può comunque accogliere una richiesta di un soggetto segnalato purché ci siano i presupposti che in futuro non si ripeta una situazione similare.
La “nomina” di cattivo pagatore si può assumere anche per un mero ritardo nel pagamento non solamente in caso di mancanza totale ho parziale di una rata. Ad esempio, anche se è già stato estinto il debito, ma qualche rata non è stata pagata puntualmente è possibile che venga segnalato nella Crif.
Come specificato sopra la cancellazione del ritardo verrà sicuramente effettuata, ma non è sempre immediata. Se invece c’è un debito arretrato dovrà essere saldato per poi richiedere la cancellazione dalla lista dei cattivi pagatori.
Molto importante accertarsi di essere stati cancellati prima di richiedere una nuova pratica di finanziamento al fine di aumentare le probabilità di successo.
Ovviamente non tutti gli istituti di credito fanno riferimento agli stessi criteri di valutazione, ci sono sicuramente banche disposte ad essere più tolleranti ed accogliere soggetti con questo tipo di segnalazioni, altre invece più intransigenti.