Cosa comporta pagare una rata del mutuo INPDAP in ritardo?
Per rispondere alla domanda del titolo occorre premettere che durante il periodo di ammortamento di un mutuo immobiliare, ciò vale per tutte le forme di debito riguardante la casa, anche per i ‘mutui ex inpdap’, può accadere una contingenza di ritardo del pagamento della rata, o di più quote.
Anche se questa contingenza andrebbe evitata, il lungo periodo di ammortamento, il quale può superare in alcune circostanze i vent’anni, è un decorso nel quale gli accadimenti della vita possono determinare un momento in cui si è impossibilitati ad onorare il proprio debito per svariati motivi.
La perdita del lavoro di un membro della famiglia, spese mediche improvvise, una ristrutturazione della casa non preventivata, straordinaria, sono solo alcune delle voci che potrebbero compromettere lo stato finanziario e determinare la situazione di impossibilità di onorare il proprio debito.
Nel caso siate quindi titolari di Mutui INPDAP, oggi gestiti però dall’INPS in seguito alla riforma dell’articolo 21 comma 1 del DL n. 201 del 6/12/2011, successivamente modificato e convertito dalla Legge n. 214 del 22/12/2011, avrete gli stessi obblighi di legge di tutti coloro che sono titolari di diverse tipologie di mutuo ipotecario.
Se la situazione non è improvvisa, ma si ha la possibilità di sapere che nell’immediato futuro insorgerà la situazione di imbarazzo economico, quindi di non poter onorare il pagamento della rata nella scadenza prevista, sarà meglio rivolgersi agli uffici competenti per manifestare le proprie buone intenzioni e concordare una proroga evitando meccanismi automatici di denuncia.
Infatti, solitamente, il silenzio relativo al mancato pagamento, diviene motivo di avvio procedurale di quelle pratiche necessarie all’ente creditizio per tutelarsi nei confronti del debitore moroso.
Ciò non comportano nell’immediato l’interruzione del rapporto mutualistico, però determinano segnali che anche in futuro saranno fonte di eventuali procedure legali di diverso tipo nei confronti del moroso.
Quali conseguenze comportano i mancati pagamenti o i ripetuti ritardi nel pagamento delle rate del mutuo ex INPDAP?
Considerate che i ‘mutui ex inpdap’ sono stipulati su criteri che concedono all’INPS una certa forma di garanzia, essendo atti direttamente stipulati tra dipendenti pubblici e statali, oppure pensionati ex dipendenti pubblici, quindi dipendenti direttamente dall’INPS.
Essi avranno, al momento della stipula, accettato diversi criteri regolamentati dall’ente per assicurarsi che il capitale immobiliare non sia superiore allo standard di vita del debitore e che le rate non siano superiori a percentuali che andrebbero ad intaccare la vita economica famigliare dello stesso, quindi rate che nella normalità economica possono essere onorate nei pagamenti senza troppi affaticamenti economici.
Per questi motivi l’INPS richiede una certa puntualità nei pagamenti e il ritardo per l’Ente diviene una sorta di campanello d’allarme nei confronti del debitore, soprattutto se silente nell’omettere il debito con puntualità.
Una delle dirette conseguenze ad un ritardo del pagamento di Mutui INPDAP senza pre-avviso, sarà sicuramente l’applicazione di una mora, una conseguenza dalla quale non ci si può sottrarre.
Quando scatta a mora?
Questa tipologia di penale creditizia, nel caso di ‘mutui ex inpdap’, scatta immediatamente il giorno successivo alla 31esima giornata nella quale non si è provveduto a pagare la rata e consiste solitamente nell’applicazione, sulle rate successive, di un aumento che può quantificarsi in due, a volte tre, punti percentuali.
Quindi valutate con attenzione il fatto che dopo un ritardo superiore ai 31 giorni le rate, sino all’estinzione del mutuo, saranno superiori del 2-3 %.
Una seconda conseguenza, ma dovuta, da parte in questo caso dell’INPS, titolare dei Mutui INPDAP, è la risoluzione unilaterale del mutuo, cioè l’immediato ricorso ad impugnare l’ipoteca, con la conseguenza che il debitore perde i diritto di proprietà sull’immobile e, ovviamente tramite azione legale, dovrà abbandonarlo perdendo tutto il capitale in precedenza versato durante il piano di ammortamento.
Basta il ritardo di una rata per vedersi penalizzati con un atto così estremo?
No: la legge prevede il mancato pagamento di sette rate, anche non consecutivamente e nel regolamento è previsto il termine ‘una volta’, inteso come mancato pagamento, per un periodo di trenta giorni.
Quindi, sette rate non pagate, oppure un’unica rata non onorata accumulando un ritardo di 210 giorni, sono il pretesto per il quale l’Ente potrà intervenire con la risoluzione del mutuo unilaterale.
A quali conseguenze incorre il debitore che non onora il suo debito?
L’Ente creditizio, nel caso nostro erogatore dei ‘mutui ex inpdap’, si comporta esattamente come qualunque ente conceda una stipula di debito immobiliare, quindi, in caso di mancato pagamento delle rate, l’INPS potrà richiedere l’iscrizione al registro dei cattivi pagatori già dopo due mesi di ritardo dalla data di scadenza della rata non pagata.
Quindi, anche ripristinando la regolarità dei pagamenti, quindi il mantenimento in vita del mutuo e della proprietà immobiliare, l’INPS potrà iscrivere il debitore nel registro dei cattivi pagatori.
Nel caso siate in ritardo con il pagamento di una rata del mutuo, il consiglio è quello di richiedere informazioni sul proprio conto verificando se siete stati iscritti in questa ‘lista nera’.
L’iscrizione al registro dei cattivi pagatori comporta, sino ad un’eventuale risoluzione futura, l’impossibilità di accedere a qualunque forma di debito o prestito in ogni ambito, dalla casa, all’acquisto rateizzato di beni di consumo, di prestiti finanziari con erogazione di denaro.
Ovviamente il nostro augurio è quello di pensarvi come debitori regolari nei pagamenti: meditate sulle conseguenze di ritardi ed omissioni ed organizzate il vostro bilancio in modo da supplire alla scala dei valori economici di gestione finanziaria famigliare.